Disturbi d’ansia
Stanchezza mentale: gli effetti dello stress sul cervello

Esistono diversi segnali che indicano uno stato di stanchezza mentale: difficoltà di concentrazione, vuoti di memoria, sonnolenza, minore lucidità, rallentamento nelle risposte di tipo cognitivo, senso di confusione, umore instabile, irritabilità, disturbi del sonno.

condizione di affaticamento mentale

In medicina e psicologia la condizione di affaticamento mentale è considerata seriamente poiché rappresenta uno stato di sofferenza del cervello e del sistema nervoso che comporta effetti invalidanti. Esistono momenti della vita in cui si è sottoposti a pressioni notevoli. Lo stress, acuto o di minore intensità ma continuativo, ha un effetto evidente nel tempo sul nostro cervello. Nei periodi in cui viviamo un sovraccarico nella gestione degli stimoli derivanti da lavoro, studio, oppure da situazioni impegnative di altro genere, assistiamo ad una perdita di vitalità dei nostri neuroni e ciò produce un rallentamento nell’attività cognitiva e comportamentale.

Lo stress produce un ormone chiamato cortisolo che, nel tempo, intacca le cellule nervose presenti in un’area del cervello detta ippocampo responsabile della capacità di apprendimento e memoria. Gli studi sullo stress cronico mostrano ripercussioni soprattutto a carico della memoria a breve termine ma anche il rischio di perdita di neuroni. È necessario che l’organismo ritorni ad una buona stabilità e ad un rilassamento affinché le capacità intellettive rientrino nella norma, in tal caso i deficit cognitivi vengono colmati e si ripristina il benessere mentale.

Segnali di stanchezza mentale e stress
  • anomia e afasia da stress: si tratta di uno dei primi segnali di deterioramento delle capacità del cervello. Si intende quella condizione in cui la produzione e l’elaborazione del linguaggio risulta difficoltosa. Situazioni in cui diventa difficile ritrovare un determinato vocabolo, sillabe e parole invertite all’interno di una frase, generale difficoltà nel produrre il linguaggio parlato e scritto, difficoltà di cui l’individuo è consapevole e frustrato.
  • memoria di lavoro o working memory: si tratta della capacità che coinvolge la memoria a breve termine e che riguarda l’abilità di svolgere tutte le attività di routine. Si scordano i vocaboli, gli appuntamenti, nascono dubbi circa il modo di processare dei banali comportamenti. Ad attività in corso, si dimentica ciò che si sta facendo. È un fenomeno diffuso, segno di sovraccarico di stanchezza; è molto frustrante e comunemente l’individuo quando se ne accorge si preoccupa e si deprime.
  • difficoltà di attenzione e concentrazione: si tratta di una sorta di confusione mentale da stress in cui il nostro cervello risulta sovraffollato di pensieri, stimoli, informazioni che non riesce a focalizzare e riordinare. Ne risulta una mente distratta e in difficoltà nel recepire gli stimoli esterni. Si crea una confusione mentale che crea problemi di memoria e concentrazione.
Le cellule Staminali

Fortunatamente, alcuni scienziati americani hanno scoperto la presenza di nuove cellule ancora indifferenziate (cellule staminali) che hanno la straordinaria proprietà di potersi modificare trasformandosi in cellule di diversi organi. Tra le varie parti del corpo in cui troviamo le cellule staminali (come ad esempio nel derma, nel midollo osseo, nel cordone ombelicale, ecc.) c’è anche il cervello e questa è un’ottima notizia perché possiamo pensare di poter modificare ed accrescere la nostra capacità di pensiero e di comportamento allenando “nuove cellule” in aree cerebrali alternative rispetto a quelle danneggiate.
La plasticità cerebrale è quindi una caratteristica eccezionale del cervello in grado di modificarne la struttura per merito dell’attività delle cellule staminali e dei neuroni.

La superiorità del cervello umano rispetto a tutte le altre specie viventi è dovuta alla ricchezza delle connessioni interneuronali, dette sinapsi. Tali connessioni tra neuroni si sviluppano e si mantengono per merito dell’apprendimento, delle esperienze, grazie al contatto sociale e all’attenzione e consapevolezza che si mantiene durante le attività che si svolgono. Sapendo questo, ciascuno di noi può decidere di tenere attivo il proprio cervello offrendo a se stesso la giusta quantità di stimoli vissuti in maniera “presente”.

mantenersi mentalmente attivi studiando

Un importante studio appena concluso a livello europeo che ha coinvolto anche l’ospedale San Raffaele di Milano, ha dimostrato che il mantenersi mentalmente attivi studiando, dialogando con le persone, provando a fare esperienze nuove, leggendo, allenandosi fisicamente e in generale cercando essere maggiormente ricettivi e motivati agevola la possibilità di creare una sorta di “cervello di scorta” , vale a dire un cervello di riserva costituito da neuroni e sinapsi in grado di attivarsi nel caso vengano interrotte e danneggiate le connessioni originarie.

Riuscire a giocare d’anticipo prestando attenzione al nostro cervello occupandocene nei termini di tenere uno stile di vita meno stressante ed un buon livello di sana stimolazione ed attenzione agli stimoli ci permette di imparare e di essere aperti. In tal modo, non solo preserveremmo la salute della nostra testa ma aumenteremo le capacità cognitive potenziandole esponenzialmente.

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